Federico II di Svevia

IN PUGLIA

Conosciuto con gli appellativi di stupor mundi ("meraviglia o stupore del mondo") o puer Apuliae ("fanciullo di Puglia"), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Nel marzo 1221 il re visitò per la prima volta la Puglia, terra ricca di boschi, fiumi e testimonianze artistiche..

Lo legavano ad essa il clima mite, il calore della gente, le abitudini della vita.

IL FALCO
IL FALCO

In seguito alla sua passione Federico II scrisse un opera con scopi manualistici che consiste in un trattato di falconeria, cioè sui sistemi di allevamento, addestramento e impiego dei falchi nella caccia. Si chiama: De arte venandi cum avibus ("Sull'arte di cacciare con gli uccelli") . L'originale andò persa nel 1248 nella Disfatta di Vittoria. Una copia incompleta commissionata dal figlio Manfredi e recuperata nella sconfitta di Benevento da Carlo D'Angiò è ora conservata nella Biblioteca Vaticana, mentre un altra copia incompleta redatta dal figlio Enzio è presente nella Biblioteca Universitaria di Bologna.

CASTEL DEL MONTE
CASTEL DEL MONTE

Il più affascinante dei castelli costruiti da Federico II

Sorge improvviso, isolato, enigmatico, su un’altura delle Murge, da dove si domina un panorama vastissimo. La forma e la posizione lo rendono una presenza imponente e vagamente inquietante. Si potrebbe definire un affascinante teorema di pietra. L'unico documento in cui si parla del castello è una lettera inviata da Gubbio, nel gennaio 1240, dall'imperatore svevo Federico II al giustiziere di Capitanata, Riccardo di Montefuscolo, ci parla di lavori di copertura da eseguire in relazione al «castro quod apud Sanctam Mariam de Monte»