Ci presentiamo all'appuntamento con le guide del tutto ignari di quel che ci aspettava.. Dopo averci fornito di muta da sub, casco, torcia ci avviamo all'entrata delle grotte per la visita speleoturistica.
A dir poco spettacolare!
Guidati in sicurezza, controcorrente tra cascate, arrampicate, tuffi, nuotate, stalattiti, rane, buio assoluto, e poi alla fine.. riecco la luce.
Indimenticabile.
La scoperta di questo sistema ipogeo la si deve agli speleosubacquei del Gruppo URRI di Roma Lamberto Ferri Ricchi e Carlo De Gregorio che nel luglio del 1964 superarono il sifone di ingresso, profondo più di 20 metri, che faceva da accesso al complesso delle Grotte di Falvaterra, direttamente comunicanti, tramite un percorso sotterraneo di quasi 2,5 km, con le Grotte di Pastena (scoperta all’inizio del ’900 dal barone romano Carlo Franchetti che successivamente, grazie all’aiuto del Gruppo Speleologico della Capitale, ha permesso una maggiore accessibilità e ha tenuto vivo l’interesse naturalistico tanto da indurre la Regione Lazio ad intervenire fornendo al Consorzio per la Conservazione e Valorizzazione del Patrimonio Speleologico delle Grotte).
Le Grotte di Pastena rappresentano l'inghiottitoio delle acque provenienti dai bacini carsici di monte Lamia, mentre le Grotte di Falvaterra sono poste sulla risorgenza di queste acquesotterranee.